Regolarizzazione rimandata per la cassa integrazione nell'artigianato

dal Consiglio Direttivo del Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato.” Questo il sintetico commento di Dario Bruni, presidente del Fondo FSBA, che eroga la cassa integrazione ai dipendenti del Comparto artigiano, che questa settimana ha deliberato di posticipare il termine iniziale del regime di regolarizzazione contributiva. Per versare il triennio di contribuzione pregressa, infatti, a suo tempo si decise (delibera dell’8 aprile) che si sarebbe proceduto, a rate nell’arco di un triennio e senza penali o interessi, proprio a cominciare da questo inizio d’anno. Il tutto, invece, è ora spostato al gennaio 2022 (ovviamente verrà predisposto per tempo il regolamento per la presentazione in via digitale della domanda di accesso alla procedura di regolarizzazione relativa alla quota di contribuzione di cui all’art. 27, d.lgs. 148/2015).

Sono state le Parti Sociali istitutive di FSBA (le Associazioni Artigiane: Confartigianato, CNA, Casartigiani, CLAAI, e le Organizzazioni Sindacali: CGIL, CISL e UIL) a richiedere all’Organo di gestione di FSBA di valutare l’eventuale posticipazione, nei limiti dei propri poteri e delle norme di legge e di regolamento, ogni opportuna iniziativa per agevolare i datori di lavoro artigiani e i lavoratori da essi dipendenti.” Questo in ragione del perdurare della emergenza pandemica e dello stato di crisi che sta interessando datori di lavoro e lavoratori. “Molti, in zona rossa che va e viene, non hanno potuto lavorare, altri comunque risentono delle restrizioni di attività, orari, spostamenti, tutte le aziende patiscono il calo dei consumi e le difficoltà economiche del Paese, per non dire della difficoltà di accesso al credito e della limitatezza dei sostegni e dei ristori.”

Sempre il Presidente Bruni: “E, se le imprese artigiane piangono, certo non ridono i loro dipendenti, che ne sono la vera ricchezza, fra sospensioni dal lavoro, riduzione dei redditi, incertezza sul futuro. FSBA non gira la testa dall’altra parte: paga, presto e bene, le prestazioni (non appena la burocrazia fa arrivare i soldi...), protegge tutti e, come dimostra con la decisione assunta, rimanda gli incassi di obblighi pregressi da parte delle imprese irregolari. Anche perché, molte, moltissime imprese artigiane, invece, in questi anni hanno rispettato appieno il dettato di legge e, nel contempo, gli impegni assunti con la sottoscrizione e l’applicazione integrale e rigorosa dei contratti collettivi nazionali di lavoro. E a loro dobbiamo il massimo rispetto.”

Ricostruzione: “Da quando, con il d.l. 18/2020 convertito con la legge 27/2020, è stata stabilita una speciale integrazione salariale per emergenza Covid-19, molte aziende che finora avevano evaso il proprio obbligo contributivo nei confronti del Fondo (che svolge le proprie funzioni istituzionali ex art. 27, d.lgs. 148/2015, e gestisce l’integrazione salariale speciale per i lavoratori riferibili a datori di lavoro inquadrati previdenzialmente come artigiani ex l. 88/1989) qui si sono dovute rivolgere per veder erogata la cassa integrazione ai propri dipendenti per i periodi di sospensione dal lavoro.”

È Valter Recchia, Direttore, che snocciola i dati: “Si tratta di 62.112 aziende che hanno posto in protezione quasi 205.000 lavoratrici e lavoratori. Pur essendo in situazione irregolare queste aziende, il Fondo per un verso ha erogato la prestazione ai dipendenti e per altro verso ha stabilito le modalità per la regolarizzazione contributiva dei datori di lavoro ancora inadempienti nei confronti di FSBA. Ora si procederà fra un anno ai pagamenti arretrati, mentre è indiscutibile l’obbligo contributivo mensile così come previsto dalla normativa per tutte le aziende con codice autorizzativo 7b. Infatti, molte di queste aziende “irregolari” stanno versando, mese dopo mese, il dovuto.”

Attorno al tema della regolarità contributiva, e persino dell’obbligo di iscrizione al Fondo messo in piedi dalla bilateralità artigiana, molte se ne sono dette in questi mesi, con un contenzioso che si allunga anche nelle aule di tribunale e le interpretazioni che ne discendono. “Tutte interpretazioni interessate quanto fuorvianti – precisa Mauro Sasso, vicepresidente di emanazione sindacale del Fondo - Iscriversi a Fsba è e resta un obbligo di legge, un obbligo che riguarda tutte le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente, checché ne dicano pericolose interpretazioni delle decisioni del giudice amministrativo. Il TAR del Lazio non ha, come vorrebbero certe stravaganti interpretazioni, sancito l’insussistenza di un generale obbligo di versamento della contribuzione a FSBA ma semplicemente non ha affrontato la questione perché di competenza del giudice del lavoro.

Nella sentenza il Tar del Lazio si limita a rilevare ciò che già era noto: le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale. Punto e basta. L’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 serve solo come adempimento formale, cioè quale accesso in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle istanze. Con altre parole: il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligazione contributiva normale prevista dalla legge. Senza deroga alcuna. L’obbligo di contribuzione è stato fissato nel 2015 e poi confermato ancora nel 2020 da una legislazione tanto farraginosa quanto chiara sul punto.”

“E poi, guardiamo alla sostanza delle cose: quado è esploso il virus, tutta la bilateralità artigiana è scesa in trincea, al fianco di aziende e lavoratori: San.Arti con tutele sanitarie specifiche per i soggetti colpiti e con tamponi, test, disinfettanti e donazioni; Fondartigianato a sostegno di programmi formativi dedicati alla salute e al lavoro in sicurezza; la Bilateralità regionale con prestazioni per lavoratrici e lavoratori adeguatamente rafforzate e sostegno alle imprese. Il Fondo, che non per nulla si chiama di Solidarietà, si è messo all’opera: ha ricevuto le domande di cassa integrazione derivanti da accordi sindacali sottoscritti nel territorio, ha anticipato 260 milioni di risorse proprie accantonate negli anni (che presto dovranno essere rese perché necessarie per l’ordinaria attività), ha gestito quasi 1.700 milioni di euro ricevuti, sempre con un percorso tortuoso!, dal Ministero del Lavoro.

Sono state tutelate 211.935 imprese ed hanno ricevuto la prestazione ben 748.554 lavoratori sospesi dal lavoro fra febbraio e ottobre. Siamo pronti ad erogare le prestazioni fino a fine anno, non appena riaprono le casse del Ministero e ci vengono dati altri 162 milioni che servono alla bisogna. Nel frattempo, centinaia di milioni sono state accantonate per pagare la contribuzione previdenziale, se solo l’Inps volesse accelerare i tempi dei conteggi (centinaia di lavoratori attendono proprio l’accredito di questi contributi per andare in pensione...). Il tutto è stato fatto, da FSBA con la collaborazione stretta di tutto il sistema dell’artigianato, velocemente, senza errori, abusi o inadempienze, accogliendo e garantendo tutti (anche le aziende irregolari, come si diceva), senza oneri diretti per il Fondo o per le casse pubbliche (provvede al tutto la bilateralità artigiana). Non so, sinceramente, se si sarebbe potuto fare di meglio.”

Il Presidente Bruni ha appena partecipato, per conto della sua Associazione Artigiana, ad un incontro con la Ministra del Lavoro incentrato anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali: “Ho rappresentato la nostra realtà FSBA e, condividendo l’obiettivo di una riforma della cassa integrazione che possa proteggere ogni lavoratore in qualsiasi contesto lavorativo e affiancare ogni azienda alle prese con difficoltà produttive o di mercato, ho ribadito come sia indispensabile salvaguardare le più qualificate esperienze maturate e messe a dura prova anche in questi mesi di Covid. Fra queste il Fondo dell’Artigianato. La cui azione va supportata e rafforzata, le possibilità di azione magari meglio precisate. Ma certo l’artigianato che ha saputo impiantare, gestire, sorreggere economicamente un sistema efficace di protezione negli anni (che ha resistito e agito bene persino nell’epoca del Covid), merita di poter contare, anche in futuro su FSBA. So che altre forze sociali, nei confronti odierni con la Ministra, si sono espresse in maniera non difforme. Catalfo è certamente sensibile alle argomentazioni presentate e, ha assicurato, le terrà in debito conto.”

La Ministra del Lavoro, solo qualche settimana fa, ha partecipato all’Assemblea del Fondo rappresentando apprezzamento e assicurando attenzione. Allora, peraltro, disse che era pronta a mettere in gioco ulteriori settimane di Cassa integrazione per far fronte a questo difficile periodo e salvaguardare per quanto possibile la tenuta sociale. “Bene, si faccia. FSBA è pronto a far la sua parte. Le aziende l’hanno conosciuto, lavoratrici e lavoratori ne hanno apprezzato l’azione, l’artigianato tutto ne è orgoglioso.”


CIG ARTIGIANI – Il Tar del Lazio non cancella obbligo contribuzione a Fsba. Chi evade danneggia tutte le imprese

Il Tar del Lazio, nella sentenza del 24 dicembre 2020, contrariamente a quanto riportato in alcuni organi di stampa, non ha stabilito l’insussistenza dell’obbligo generale per tutte le imprese artigiane di versare contributi al Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato (Fsba), essendosi dichiarato non competente a decidere sulla materia.

Lo chiarisce Confartigianato, a seguito di quanto comunicato in merito alla sentenza n. 13692 emessa il 24 dicembre dal Tar del Lazio chiamato ad esprimersi sul ricorso presentato da alcune imprese artigiane non iscritte al Fondo.

La sentenza del Tar del Lazio non può essere interpretata, ma va letta in ciò che dispone: non cancella l’obbligo di contribuzione a Fsba stabilito nel 2015 e confermato nel 2020 e non autorizza le imprese inadempienti a continuare ad evadere il versamento dei contributi.

Contrariamente alle bizzarre ‘letture’ della sentenza, il Tar del Lazio – spiega Confartigianato – non fa che confermare quanto già noto: le imprese sono tenute, in base al decreto legislativo 148 del 2015, a versare contributi a Fsba per ottenere le ordinarie prestazioni erogate dal Fondo. Le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale, non ammettendo in questo modo alcuna forma di irregolarità contributiva per le normali prestazioni di sostegno al reddito che FSBA eroga in base al decreto legislativo 148/15. Pertanto, iscriversi a FSBA è e resta un obbligo di legge per le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente.

L’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 deve essere inoltre inteso come adempimento formale per accedere in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle domande. In pratica, il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligo contributivo normale previsto dalla legge. Senza alcuna deroga.

FSBA – sottolinea Confartigianato – è un modello virtuoso di bilateralità e mutualità che, in caso di crisi aziendali temporanee, assicura alle imprese prestazioni di sostegno al reddito ai dipendenti. Le imprese che non versano i contributi, oltre a sfruttare le aziende in regola e a violare la legge e quanto previsto dai contratti nazionali di lavoro, privano loro stesse ed i propri dipendenti di importanti strumenti di sostegno e tutela.


Sentenza TAR Lazio

Le conseguenze delle sentenze dipendono, a volte, più da come esse vengono percepiti che da come esse incidono effettivamente sulla realtà. E’ il caso della recente sentenza del TAR Lazio del 24.12.2020. È noto che alcuni datori di lavoro artigiani non iscritti alla nostra bilateralità, dopo aver richiesto le prestazioni di sostegno al reddito relative all’emergenza da Covid-19, hanno citato in giudizio FSBA – unitamente ad EBNA e ad alcuni enti bilaterali regionali – chiedendo che fosse accertata l'inesistenza di un loro obbligo di iscrizione e di versamento della relativa contribuzione. In particolare, hanno richiesto al TAR l'annullamento di una serie di atti adottati da FSBA, dell’accordo interconfederale del 26 febbraio 2020, nonché di ogni altro atto che potesse essere, anche solo potenzialmente, lesivo dei loro interessi. FSBA e gli enti bilaterali si sono costituiti in giudizio contestando la fondatezza delle argomentazioni e delle domande proposte dalle aziende non iscritte. Il contenzioso è stato deciso con sentenza n. 13692/2020, depositata il 24 dicembre 2020, con cui il TAR Lazio ha stabilito un serie di punti che non si leggono nelle notizie che circolano in queste ore.  Il giudice amministrativo si è dichiarato non competente a decidere – e, quindi, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai datori di lavoro non iscritti – in merito alla questione relativa all’ordinario obbligo contributivo nei confronti di FSBA. Sono, pertanto, senza fondamento le ricostruzioni di stampa secondo cui il TAR Lazio si sarebbe espresso nel senso dell’insussistenza di un generale obbligo di versamento della contribuzione a FSBA. La questione non è stata affrontata nella sentenza perché essa non è assolutamente di competenza del TAR Lazio, ma – come indicato in sentenza – del giudice del lavoro. Di qui si possono comprendere alcune conseguenze. La prima: all’assenza di un obbligo specifico di contribuzione a favore di FSBA, in relazione alle prestazioni legate in modo specifico all’emergenza da Covid-19, corrisponde, invece, un obbligo generale di contribuzione secondo quanto dispone il d.lgs. 148/15. Il TAR Lazio rileva ciò che già era noto: le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale. Ed è qui il punto centrale: il TAR Lazio non ammette in questo modo alcuna forma di irregolarità contributiva per le normali prestazioni di sostegno al reddito che FSBA eroga ex d.lgs. 148/15. La seconda conseguenza: l’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 deve essere inteso quale adempimento formale, cioè quale accesso in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle istanze. Con altre parole: il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligazione contributiva normale prevista dalla legge. Punto. 

Insomma, il modo in cui raccontiamo o ci lasciamo raccontare gli effetti di una sentenza ha ahinoi esiti cruciali sulle decisioni che alcuni datori di lavoro stanno erroneamente prendendo in questi giorni. La sentenza del TAR Lazio, più o meno consapevolmente, permette a alcuni di chiudere gli occhi per dare ascolto a una narrativa che oggi fa comodo, ma domani potrebbe causare problemi gestionali importanti. Prima o poi, si è costretti a fare i conti con la realtà che è assai diversa da quella raccontata. Si scoprirà che i datori di lavoro artigiani inadempienti non sono stati autorizzati in alcun modo dal TAR Lazio a essere ancora inadempienti. Si scoprirà che l’obbligo di contribuzione è stato fissato nel 2015 e poi confermato ancora nel 2020 da una legislazione tanto farraginosa quanto chiara sul punto. Il 2021 sarà un anno terribile che avrà conseguenze di lungo termine per i datori di lavoro artigiani che decidono di restare inadempienti verso FSBA. Quale percezione del reale tali datori di lavoro hanno? Quale decisione prenderanno? La realtà coinciderà con i fatti raccontati e le sentenze saranno lette per quello che effettivamente dispongono. 


Comunicato stampa: Tar Lazio, una sentenza mal interpretata. Iscriversi a Fsba è e resta un obbligo di legge

Un obbligo che riguarda tutte le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente Pericolose le interpretazioni di queste ore delle decisioni del giudice amministrativo

Ricostruzioni senza fondamento. Nella sentenza del 24 dicembre 2020, il Tar del Lazio si è dichiarato non competente a decidere in merito alla questione relativa all’ordinario obbligo contributivo da parte delle imprese artigiane nei confronti di FSBA, dichiarando così inammissibile il ricorso da esse presentato. Ricorso proposto peraltro da aziende che, pur non iscritte, hanno comunque richiesto le prestazioni di sostegno al reddito relative all’emergenza da Covid-19.

Il giudice amministrativo dunque non ha, come vorrebbero certe stravaganti interpretazioni, sancito l’insussistenza di un generale obbligo di versamento della contribuzione a FSBA ma semplicemente non ha affrontato la questione perché di competenza del giudice del lavoro. Nella sua sentenza insomma il Tar del Lazio rileva ciò che già era noto: le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale, non ammettendo in questo modo alcuna forma di irregolarità contributiva per le normali prestazioni di sostegno al reddito che FSBA eroga ex d.lgs. 148/15. Iscriversi a FSBA è e resta un obbligo di legge per le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente.

L’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 deve essere inoltre inteso quale adempimento formale, cioè quale accesso in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle istanze. Con altre parole: il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligazione contributiva normale prevista dalla legge. Senza deroga alcuna.

Quello che sta avvenendo è molto rischioso, spiegano da Fsba. Nonostante le interpretazioni di queste ore, presto si scoprirà che i datori di lavoro artigiani inadempienti non sono stati autorizzati in alcun modo dal TAR Lazio a essere ancora inadempienti. Si scoprirà che l’obbligo di contribuzione è stato fissato nel 2015 e poi confermato ancora nel 2020 da una legislazione tanto farraginosa quanto chiara sul punto. Il 2021, del resto, sarà un anno terribile che avrà conseguenze di lungo termine per i datori di lavoro artigiani che decidono di restare inadempienti verso FSBA. Quale percezione del reale tali datori di lavoro hanno? Quale decisione prenderanno? L’augurio, affermano da FSBA, è che presto la realtà coincida con i fatti raccontati e le sentenze siano lette per quello che effettivamente dispongono.


Incontro Ministra Nunzia Catalfo

“Le prime dodici settimane del 2021 sono state già rifinanziate ma, se ci fosse necessità, vi assicuro il mio impegno per prolungare la cassa integrazione per l’emergenza Covid”. Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, interviene alle Assemblee di Ebna, l’Ente bilaterale dell’artigianato, e di Fsba, il relativo Fondo di solidarietà che paga l’ammortizzatore sociale, indette per approvare il bilancio preventivo. “Il momento -ha aggiunto la Catalfo- è complesso e difficile, ma il Governo è stato e sarà al fianco delle imprese e delle lavoratrici e lavoratori del Comparto artigiano, settore particolarmente colpito dalla pandemia”. Prosegue così la stretta collaborazione fra Ebna/Fsba e l’Esecutivo che ha permesso di erogare in tempi strettissimi quasi 2mila milioni di euro, supportando 210.000 aziende artigiane e mettendo in protezione più di 740.000 dipendenti sospesi dal lavoro. “Una collaborazione innanzitutto fiduciaria -ha spiegato Dario Bruni, presidente di Ebna e di Fsba- che la presenza del Ministro, cosa mai accaduta prima, attesta e rafforza. I suoi ringraziamenti per il lavoro svolto, sia al centro che da parte degli Enti regionali, ma anche l’assicurazione che la collaborazione si realizzerà anche in futuro, per superare burocratismi ed abbreviare i tempi di erogazione delle prestazioni, ci confortano, ci stimolano, impegnano tutto il mondo della Bilateralità artigiana.”

Protezione del reddito, dunque, ma anche politiche formative volte ad acquisire competenze, aspetto sempre più necessario. Anche su questo, il ministro Catalfo ha assicurato il proprio sostegno per coniugare politiche passive e politiche attive del lavoro. “E, da sempre ma ancor più in questi difficili mesi -ha affermato Mauro Sasso, vicepresidente- aziende e lavoratori hanno potuto contare anche su una sanità integrativa di qualità, una specifica attenzione al tema della sicurezza negli ambienti di lavoro, un ventaglio di altre prestazioni assicurate dai tanti strumenti messi in campo da Sindacati confederali e Associazioni artigiane.” Proprio i Segretari generali di CGIL, CISL, UIL con quelli di Confartigianato, CNA, Casartigiani, CLAAI, hanno da poco sottoscritto una impegnativa intesa “che sta dando ulteriore impulso ai tanti tavoli aperti per il rinnovo dei contratti di lavoro. Questa la stagione di forte impegno su più fronti del sistema artigianato, che la presenza del Ministro ha, in qualche modo, suggellato.”

“Ce la faremo –ha concluso Valter Recchia, direttore del Fondo impegnato in queste ore nell’utilizzare tempestivamente gli ulteriori milioni ricevuti- Questo è il momento di fare squadra perché l’Italia sta ripartendo e la ripartenza passa non solo per la grande industria, ma anche per la miriade di attività artigiane che rappresentano il cuore pulsante del nostro Paese”.  


Pagata la cassa integrazione nell'artigianato. In un momento "magico" per il comparto

“L’avevamo detto che saremmo stati tempestivi, e così abbiamo fatto: abbiamo speso tutto! FSBA, che ha ricevuto ieri mattina la dotazione economica di 448 milioni, ora ha distribuito l’intera somma alle lavoratrici e lavoratori sospesi dal lavoro, tramite le aziende in talune regioni, e agli Enti bilaterali che provvedono direttamente, che pure stanno alacremente lavorando.” Giustamente orgoglioso dell’efficienza della macchina operativa del Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (unico soggetto che paga la cassa integrazione nel Comparto) il Presidente Dario Bruni.

È stato lui, in questi mesi, a tenere il filo diretto con la Ministra Catalfo, “sempre disponibile ed attenta”, per sollecitare il conferimento delle somme, per vedersi assicurato ogni impegno nella predisposizione dei decreti, perché le procedure e la burocrazia non l’avessero vinta sui diritti e le legittime aspettative dei lavoratori. “Anche se, davvero, 100 giorni, per ricevere le somme messe a disposizione dal decreto a ferragosto, sono troppi, tanto più perché c’è chi aspetta questo sostegno economico da giugno, in qualche caso anche per i periodi anteriori. Al di là della volontà politica, la burocrazia corre il rischio di frenare l’azione e vanificare l’impegno di Parti sociali, Enti bilaterali, Ministra stessa.”

Con il lavoro di questi due giorni, notte compresa, il Fondo degli Artigiani si è messo in pari: i pagamenti sono stati effettuati fino agli inizi di ottobre. “Qualcosa è stato ulteriormente caricato per ottobre - precisa Valter Recchia, Direttore – ed abbiamo richiesto al Ministero l’invio di altri 24 milioni per poter procedere. Complessivamente, dall’inizio dell’epidemia che ha portato a sospensione di attività lavorative, talvolta a chiusure d’autorità, il Fondo ha speso (fra prestazioni e versamento dei contributi previdenziali collegati) una somma pazzesca: 1.914.593.603,46. In larga parte assicurata dai tanti decreti governativi, ma anticipando anche 260 milioni di risorse proprie messe da parte negli anni (somme che dovranno pur rientrare, sennò l’attività ordinaria di FSBA si blocca). È stata pagata la cassa integrazione a 740.000 lavoratori e sono state così sostenute 210.000 imprese artigiane (molte delle quali, 60.000, non avevano nemmeno rispettato l’obbligo di legge di versamento al Fondo: sono state accolte, i loro 170.000 dipendenti hanno avuto quanto spettava, rimandando ad un secondo momento la regolarizzazione). E siccome, purtroppo, non è finita qui: da settimana prossima si potranno inserire le domande delle seconde 9 settimane del decreto di agosto (quelle con un eventuale concorso economico da parte delle aziende in ragione dell’andamento degli affari), poi potranno seguire le ulteriori 6 settimane e, dall’inizio del prossimo anno, tutto quanto previsto nella Legge di bilancio.”

“Il Fondo è pronto a fare completamente la propria parte, per sostenere aziende e lavoratori in questo difficile momento - riprende il Presidente - affrontando, con equilibrio ma anche con determinazione, anche alcune partite che sono aperte: il pagamento delle prestazioni di famiglia (perché anche questi lavoratori ne hanno diritto), la velocizzazione del versamento della contribuzione all’Inps (perché da qui dipende anche, per molti, la possibilità di andare in pensione), il pretestuoso contenzioso legale avanzato da talune ditte che vorrebbero prestazioni e tutele senza rispettare, né prima né ora, l’obbligo previsto per legge della contribuzione. D’altra parte, negli anni si è dimostrato che la bilateralità artigiana è in grado di assicurare il sostegno economico ai lavoratori sospesi dal lavoro per cause non dipendenti dalla volontà aziendale ma dal mercato o da accadimenti straordinari. Con una aliquota contributiva equilibrata, con procedure snelle, con la efficiente rete dei riferimenti regionali, con il sostegno operativo ed economico della bilateralità, chi ha bussato alle porte di FSBA ha sempre, e sottolineo sempre, ricevuto una risposta all’altezza delle necessità e del bisogno di sostegno. Lo si deve ricordare, ora che ci si ripropone di riformare gli ammortizzatori sociali.”

L’ultima osservazione è del vice Presidente Mauro Sasso: “Per una strana convergenza di elementi e situazioni, in questi giorni l’artigianato sta vivendo una stagione tanto difficile sul piano economico/produttivo/occupazionale quanto invece strategica per la ripresa dell’intero Comparto e per le stesse relazioni sindacali che qui si esprimono. Questa mattina Fondartigianato, il fondo interprofessionale del settore che sostiene la qualificazione dei lavoratori, ha pianificato l’iniziativa per l’anno a venire: 32 milioni a disposizione su una decina di filoni. Quando si dice: la formazione che aiuta a crescere. Ieri pomeriggio San.Arti., il fondo per la sanità integrativa a favore di 550.000 lavoratrici e lavoratori dipendenti ma anche datori di lavoro, ha deciso di mettere in protezione i figli minorenni di costoro, offrendo loro da subito alcune prestazioni senza un aggravio di costi per aziende e iscritti. Quando si dice: sostenere con i fatti le famiglie. Fra ieri e oggi, il pagamento delle prestazioni da parte di FSBA. E qui non c’è null’altro da aggiungere. E, soprattutto, ieri mattina la sottoscrizione, da parte dei Segretari generali di Confartigianato, CNA, Casa e CLAAI nonché di CGIL, CISL e UIL, dell’Accordo interconfederale sul modello contrattuale. Chi, come, quando, su che cosa e a che livello - nazionale o regionale – si contratta. Come migliorare le condizioni retributive dei dipendenti, come sostenere la bilateralità (ragionando anche di previdenza complementare), come valorizzare la qualità dei rapporti fra la parte datoriale e quella sindacale. Con l’obiettivo comune di rivendicare attenzione ai problemi del Comparto e partecipazione degli attori sociali dell’artigianato alle decisioni strategiche per l’uscita dalle difficoltà, in cui ci si dibatte tutti, e far ripartire il Paese.”


Cassa integrazione nell'artigianato: arrivati 375 milioni (ma ne servono altri 50), subito i pagamenti

C’è voluto un bel po’ di tempo perché i soldi stanziati con il decreto agosto arrivassero al Fondo che paga la cassa integrazione ai lavoratori dipendenti del Comparto Artigiano. Ma adesso è fatta. E partono a razzo i pagamenti di FSBA.

“Da mezz’ora abbiamo sul nostro Conto Corrente la somma di 375 milioni e, nell’arco di 24, 48 ore al massimo li spenderemo tutti. Come Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA, una sigla conosciuta oggi ai più anche per l’intensa fase di mobilitazione proprio finalizzata a ricevere i soldi), abbiamo da pagare la prestazione per i periodi di sospensione causa Covid di maggio, giugno e prima metà di luglio a 440.447 lavoratrici e lavoratori.” Così assicura Valter Recchia, direttore che in queste ore presidia gli uffici romani con i funzionari che lavoreranno giorno e notte per portare a compimento l’operazione. “Saranno operative anche le strutture regionali della bilateralità perché sono loro che nelle scorse settimane hanno gestito le pratiche, esaminato gli accordi, accompagnato l’azione di associazioni e consulenti del lavoro che hanno caricato giornate di assenza, retribuzioni, iban e quant’altro. Peraltro, per alcune regioni sono gli Enti bilaterali locali a pagare materialmente: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto.”

“Peccato che le risorse economiche che ci sono pervenute, pure cospicue, non bastano al pagamento di tutte le prestazioni della prima fase da febbraio a luglio (da lì c’è un ulteriore periodo di cassa integrazione - 9 settimane più altre 9 con condizionalità - con specifico finanziamento). Dai nostri calcoli, servono quasi altri 50 milioni. Andremo presto al Ministero del Lavoro per trovare il modo di farceli dare e farceli dare subito. Perché l’attesa, che già è stata lunga, snervante da maggio a ottobre non abbia, per alcuni, a prolungarsi.” Mauro Sasso, vice presidente del Fondo, ricorda come, dall’inizio della vicenda, FSBA abbia già erogato la prestazione temporanea Covid a 725.497 lavoratori (molti dei quali riceveranno ora un ulteriore versamento), con una spesa pari a € 1.088.786.269,61 utilizzando i soldi pubblici appositamente stanziati e anticipandone di propri: “260 milioni, che presto dovranno essere rimborsati perché non si giustifica in alcun modo che per tutti, davanti all’emergenza virus, i soldi ce li mette lo stato (o meglio l’Europa) e nell’artigianato siano imprese e lavoratori, e per loro il Fondo, a dover mettere le mani in tasca.”

“Il Consiglio direttivo del Fondo, composto dai rappresentanti dei sindacati confederali e delle associazioni artigiane - evidenzia Dario Bruni, presidente - giusto questa settimana, nell’esaminare tutti i dati gestionali, amministrativi e di proiezione dell’azione di questo strumento, ha rilevato come, con l’occasione del virus, un numero notevole di aziende si sono rivolte a FSBA, cui negli anni avrebbero dovuto versare contributi per un preciso obbligo di legge. Sono state accolte, hanno avuto la possibilità di rimandare in là nel tempo la loro regolarizzazione contributiva (se ne parlerà da gennaio, a rate nell’arco di tre anni), hanno avuto protetti i loro lavoratori con la cassa integrazione, come tutti gli altri. Si tratta di 60.000 aziende, che occupano quasi 170.000 lavoratori, prevalentemente dislocate nel sud dove, evidentemente, non sempre gli obblighi di legge o quelli derivanti dai contratti sono conosciuti, richiamati da chi fornisce consulenza, rispettati. Due aziende su cinque, comunque, hanno già iniziato a mettersi a posto.”

Nell’ambiente si sta ragionando di una vera e propria campagna comunicativa e di contatto con tutte le aziende del comparto ed i loro lavoratori per illustrare le opportunità che derivano dall’essere parte della bilateralità artigiana: sussidi e prestazioni per i lavoratori, supporti alle aziende per il loro sviluppo, una sanità integrativa fra le migliori esistenti (San.Arti.), la formazione erogata dal Fondo interprofessionale specifico (Fondartigianato).


Ricominciano i pagamenti della cassa integrazione agli artigiani

Da un paio di ore sono arrivati sul conto corrente del FSBA i 516 milioni del “Decreto Rilancio”, tutte le somme finora stanziate per il pagamento dell’ammortizzatore sociale alle lavoratrici ed ai lavoratori, del Comparto Artigianato, sospesi dal lavoro per Covid. “La Ministra Catalfo ce l’aveva assicurato, giusto una settimana fa nel corso di un incontro. Do atto a Lei di impegno per raggiungere questo risultato e di attenzione nei confronti delle problematiche più complessive dell’artigianato.” Precisa Dario Bruni che è il presidente del Fondo degli Artigiani, unico soggetto autorizzato per il pagamento della cassa integrazione in questo settore economico.

Con queste risorse - precisano dal Fondo di Solidarietà bilaterale dell’artigianato - sarà possibile il tempestivo pagamento delle prestazioni di tutto il mese di aprile, coprendo anche qualche coda di marzo e qualcosina si potrebbe riuscire a fare per maggio. Obiettivo che si punta a conseguire in giornata, facendo lavorare a pieno ritmo gli uffici centrali e le articolazioni regionali della bilateralità regionale.

“Per pagare le prestazioni ai dipendenti sospesi dal lavoro nei mesi di maggio, giugno e luglio, servono però ulteriori risorse economiche: almeno altri 500 milioni. Infatti, sono già pronti i calcoli (fatti sulle ore effettive di assenza dal lavoro, dichiarate da aziende e loro consulenti), per un totale di circa 350 milioni di euro. Ma stanno arrivando al Fondo le aziende che, sbagliando, si sono rivolte inutilmente alle regioni prima e all’Inps poi, pensando di aver accesso alla cassa integrazione in deroga: no, al sistema dell’artigianato provvede, in tutto e per tutto, FSBA!

È questo lo strumento per il sostegno al reddito dei dipendenti delle imprese artigiane, cui ognuna è tenuta per legge ad essere assicurata e versare con una piccola quota di contribuzione mensile.” Mauro Sasso, vicepresidente: “L’emergenza Covid e l’impegno del Fondo ad assicurare l’ammortizzatore sociale ha fatto avvicinare aziende che, soprattutto nelle aree meridionali ma anche in taluni contesti di lavoro al nord, sono restate fuori dal sistema di protezione fornito da questo strumento della bilateralità. 57.000 aziende sono state accolte e incluse, ai loro 167.000 dipendenti è stata assicurata protezione e sostegno al reddito (ci sarà tempo, da gennaio in poi e con comode rate, a regolarizzare la posizione).”

Dove trovare questo mezzo miliardo (e gli altri 260 milioni che il Fondo ha anticipato, di proprie risorse, perché la macchina potesse cominciare a girare)? Già nell’incontro con la Ministra Catalfo di giovedì scorso è stata presa in considerazione la possibilità di pescare nella specifica riserva di 2,7 miliardi prevista nel Decreto o di trovare una prima, parziale risposta nelle pieghe del bilancio del Ministero.

Ma occorre anche guardare oltre, secondo Bruni: “Tutte le forze sociali del Comparto (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Claai sul versante datoriale e Cgil, Cisl e Uil sulla sponda sindacale) convengono che servono non solo nuove risorse fresche per pagare del tutto la cassa integrazione già fruita o in utilizzo ora, ma occorrono anche altre settimane di ammortizzatore sociale perché molti artigiani (e certamente non solo loro, per carità) non sono ancora nelle condizioni di riprendere appieno l’attività lavorativa, anche queste ben finanziate fin dall’inizio.”


Subito tutti i soldi che ci sono. Altri li cerchiamo. Ulteriori settimane in arrivo. Positivo l'incontro della Ministra Catalfo con il fondo dell'artigianato

Immediato stanziamento delle intere somme previste dai Decreti per il pagamento delle prestazioni Covid da parte di FSBA, ricerca di ulteriori risorse economiche per far fronte al consistente fabbisogno del Fondo, allungamento dei periodi di cassa integrazione, impegno ad affrontare alcune altre specifiche questioni. Ma, soprattutto, qualità dei rapporti e volontà di rafforzare il confronto fra il mondo artigiano, ed i suoi attori, e la Ministra del Lavoro. Questo, in estrema sintesi, il risultato dell’incontro di questa mattina fra la Ministra Catalfo e la Presidenza e Direzione del Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, unica istanza deputata ad erogare gli ammortizzatori sociali alle lavoratrici ed ai lavoratori del Comparto. 

A seguito di un accordo raggiunto con la Ragioneria dello Stato da parte del Ministero del Lavoro, invece di rimborsare le somme già pagate, verranno messe nelle disponibilità del Fondo tutte le risorse finanziarie stanziate con il Decreto “Cura Italia” e con il Decreto “Rilancio”, non già erogate. Si tratta di 516.345.388,85 €. “Sarà così possibile pagare le prestazioni ancora in sospeso per marzo e per tutto il mese di aprile - segnala Valter Recchia, che di FSBA è direttore - Gli uffici centrali e tutte le articolazioni regionali che provvedono direttamente sono pronte ad utilizzare queste somme integralmente entro pochissimi giorni dalla ricezione per pagare l’ammortizzatore alle lavoratrici e lavoratori oppure alle aziende.” 

Molto bene. Non fosse che restano da pagare ancora il mese di maggio (dove pure si è registrato un calo delle richieste a seguito della ripresa di talune attività lavorative), il mese di giugno e di luglio. Al momento servono, è stato fatto presente alla Ministro, almeno 800 milioni, somma che tende a crescere perché stanno arrivando al Fondo richieste di aziende che, sbagliando, si erano rivolte alla cassa integrazione in deroga. Il Presidente Dario Bruni: “Molto importante l’impegno assunto dalla Ministra di esaminare tempi e modi per accedere allo specifico Fondo di garanzia (di 2 e più miliardi) proprio per far fronte ad ulteriori necessità rispetto allo stanziato, ma anche a verificare altre modalità di reperimento delle somme necessarie, magari nelle pieghe del bilancio ministeriale.” 

Sempre il Presidente: “Ma, davanti ad un comparto economico che soffre e stenta a ripartire, è altrettanto importante la notizia che si sta lavorando, a livello governativo, per aggiungere alle 9+5+4 settimane di cassa integrazione fin qui decise (e in buona parte già fruite dalle imprese artigiane) altre 18 settimane da poter utilizzare da subito ed entro la fine dell’anno. Con qualche patema d’animo governativo l’elevato onere economico.” 

Fra la Ministra e i vertici del Fondo bilaterale dell’Artigianato si è poi convenuto di approfondire le modalità di convenzionamento con l’Inps per il pagamento, ai lavoratori sospesi, delle prestazioni di famiglia e di esaminare tutta la problematica della contribuzione correlata (per i periodi di sospensione vengono anche versati i contributi previdenziali, laddove per gli altri settori viene riconosciuta la contribuzione figurativa; ha poi senso tenere da parte risorse economiche – peraltro consistenti – da versare all’Inps fra un anno, quando le si potrebbe usare per dare immediato sollievo al mondo del lavoro in difficoltà? Se ne ragionerà). La Ministra si è compiaciuta dell’impegno, che il Fondo sta mettendo, nel liquidare tutto il residuo delle domande ordinarie pregresse, e della decisione, a suo tempo adottata dalle Parti sociali e attuata, di anticipare il trattamento Covid con risorse proprie accumulate con parsimonia negli anni dalle tante ditte regolari (si tratta di quasi 260 milioni). 

“A proposito di regolarità contributiva: sono arrivate ad oggi nel Fondo 57.003 imprese artigiane (per un totale di 166.883 dipendenti) che negli anni non avevano mai versato contribuzione, pur essendovi tenute per legge. Sono state accolte e incluse, un certo numero ha già regolarizzato la posizione pregressa mentre l’operazione dovrà essere realizzata a partire dall’anno prossimo a rate nel corso di un triennio. I loro dipendenti sono stati protetti, al pari di tutti gli altri del comparto artigiano. È stata una scelta consapevole e responsabile delle Parti sociali costituenti il Fondo - commenta Mauro Sasso, vicepresidente - che nel frattempo regge il pretestuoso contenzioso di una quarantina di aziende che vorrebbero le prestazioni dal Fondo senza stare alle regole del Fondo stesso (ma se ne parlerà in tribunale nel prossimo novembre...)” 

Dal Fondo dell’Artigianato chiosano: “Un incontro proficuo, con risposte concrete ed un percorso condiviso. Certo, il merito è in buona parte dei Segretari generali delle Confederazioni sindacali e delle Associazioni artigiane che, proprio ieri pomeriggio, hanno scritto - tutti assieme, procedura che non è poi così rituale -alla Ministra Catalfo ed al Ministro Gualtieri per sollecitare attenzione ed impegni proprio su questo fronte. Ed ha favorito la buona riuscita dell’incontro anche la fitta rete di iniziative che un po’ ovunque nel territorio si stanno tenendo o sono programmate e le molte prese di posizione, sindacali o datoriali e ancor più frequentemente congiunte, con cui si sta manifestando il disagio di un intero comparto produttivo, sia dal punto di vista economico, occupazionale e di percezione degli ammortizzatori. Dopo che FSBA è partito di slancio, i ritardi nel conferimento dei finanziamenti non sono accettabili, non è pensabile che tanti mesi si debba attendere quanto spettante alle lavoratrici ed ai lavoratori, che è poi un reale sostegno anche alle imprese artigiane che li occupano.”

Il rapporto con la Ministra Catalfo, e con i suoi più stretti collaboratori, da parte della Presidenza del Fondo degli Artigiani, che non data da ora, ne esce rafforzato, reso più continuativo e più fluido. Tant’è che ci si è lasciati con l’intento di prossimi ulteriori scambi di vedute e che si stanno ipotizzando anche momenti corali e più partecipati delle Parti sociali e delle articolazioni della Bilateralità artigiana con la Responsabile politica del Dicastero del Lavoro, dalla cui attenzione dipendono in buona parte le risposte a bisogni reali che aziende e lavoratori del comparto avvertono quotidianamente sulla loro pelle. Tanto più in questa fase di emergenza epidemiologica che diventa vieppiù economica e sociale.