Tutto come preannunciato: riaperte le procedure di presentazione delle richieste di cassa integrazione ordinaria da parte di FSBA (seppur con le vecchie regole, quelle che verranno adeguate alla riforma degli ammortizzatori sociali), caricate le domande da parte delle imprese artigiane o dai loro consulenti e sottoscritti gli accordi sindacali, lavorato il tutto da parte degli Enti Bilaterali regionali. Se anche le giornate di sospensione dal lavoro nel corso dei mesi di gennaio e febbraio sono nel sistema, il Fondo ha visionato il tutto e, questa mattina… sono stati fatti i primi pagamenti. È il giorno 5 del mese e, anche per coloro cui la cassa integrazione viene pagata tramite l’azienda, già nella prossima busta paga sarà possibile incassare il dovuto. Altrettanto per le lavoratrici ed i lavoratori che riscuotono direttamente da FSBA (solo nel Veneto, anche questa volta, sarà l’Ente regionale a pagare materialmente).
In totale sono stati bonificati ben 1.756.685,43 € (più Veneto, per l’appunto).
Siccome, nel frattempo, altre domande vengono aperte o perfezionate, man mano, il Fondo non esclude, a breve, di fare un’ulteriore valutazione e altri pagamenti senza attendere i primi giorni di maggio. È così che si può fare, è così che si fa!, quando i soldi per poter procedere sono in cassa, pronti all’uso senza dover attendere i tempi – sempre troppo lunghi – per avere le risorse finanziarie di origine pubblica, come è stato in epoca Covid.
La cassa integrazione covid, ecco il problema. FSBA aveva già fatto i conti di quanto necessario per pagare i giorni di sospensione di dicembre, di novembre e, in alcuni casi, dei mesi precedenti. 48 milioni servivano e per tempo sono stati chiesti ai Ministeri. La procedura amministrativa/burocratica è stata avviata, procede, ma ancora non è giunta al termine. Anche qui, nel frattempo, entro la fine del mese di marzo, altre situazioni si sono perfezionate e FSBA sta provvedendo a integrare la richiesta. Ora di milioni ne servono, in totale per far fronte alla coda di pagamenti collegati all’ammortizzatore Covid, 54. Pare proprio che, quando arriveranno, arriveranno tutti assieme, i 54 milioni, e si potrà così chiudere, quasi – salvo ulteriori situazioni ritardatarie che verranno esaminate caso per caso -, questa pagina impegnativa di presenza e di protagonismo del Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato al fianco di dipendenti e imprese nel corso dei mesi caratterizzati dalla pandemia.
Non che i problemi siano finiti: l’obbiettivo resta farsi restituire i 260 milioni anticipati dai fondi propri all’inizio della pandemia, ci sono ancor da gestire migliaia di posizioni previdenziali con la contribuzione correlata (FSBA ha in cassa centinaia di migliaia di euro, in attesa che l’INPS si faccia vivo), occorre risolvere la controversia sugli assegni familiari degli anni passati, c’è l’impegno a gestire con velocità le pratiche di richiesta dell’ammortizzatore e, contemporaneamente, monitorare l’utilizzo dello strumento in equilibrio con le disponibilità finanziarie, si agisce per gestire quel poco di contenzioso giudiziario su cui alcuni insistono, si punta a tenere nel sistema le tante imprese che qui si sono rivolte per la cassa covid ma che nel tempo avevano evaso il preciso obbligo di contribuzione. Si discute su come rendere coerenti le regole del fondo con la riforma degli ammortizzatori. È necessario affiancare imprese e dipendenti in questa fase economica, produttiva e occupazionale non certo facile a causa anche della guerra e degli eventi connessi (dal costo dell’energia alla chiusura dei mercati, dal reperimento dei materiali alla transizione ecologica e digitale). E, su ognuno di questi fronti, sono impegnati volta per volta: gli Enti Bilaterali regionali, la struttura tecnica e amministrativa di FSBA, le stesse Parti Sociali costitutive del Fondo, ognuna per quanto le è proprio e in modo raccordato per le partite di interesse comune a partire dalla bilateralità in tutte le sue declinazioni.
Ma la buona stagione sta arrivando, e non solo dal punto di vista climatico: le risorse dal mondo del lavoro affluiscono, le prestazioni ordinarie vengono corrisposte, presto arriveranno anche quelle per covid e si pagherà – seppure in grande ritardo – il dovuto a chi di diritto, la bilateralità nel suo complesso tiene in ogni sua declinazione, si rinnovano i tanti contratti di lavoro per i diversi settori del Comparto artigiano.